L'ALBA DEL GIORNO DOPO (THE DAY AFTER TOMORROW) |
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di Roland Emmerich, con Dannis Quaid, Jake Gyllenhaal, Ian Holm
(Stati Uniti, 2004)
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E il film catastrofe si fece (quasi) intelligente; con la filosofia della nota dismisura ad acquistare meriti finora insperati. Quella di THE DAY AFTER TOMORROW parte con un vantaggio rispetto alle iatture precedenti: che là si trattava di sciagure, magari anche naturali, ma del tutto relative per chi non avesse scelto di costruirsi la residenza secondaria proprio ai piedi di un vulcano. O sbarchi di marziani verdognoli, e vicissitudini soprannaturali ancora tutte da verificare. Mentre qui, gli accidenti illustrati con terrificante realismo dall'autore di INDEPENDENCE DAY sono piuttosto credibili, in quanto ampiamente annunciati. Non succederà a questo modo: con l'effetto serra che modifica il contenuto salino della corrente del Golfo arrischiando di ghiacciare l'intera umanità come il branco di dinosauri di quella volta, con i pezzi di ghiaccio nel diluvio sopra i mercati di Tokio, le trombe marine che si incaricano di sbarazzarci definitivamente di Hollywood, mentre un'immensa ondata prima sommerge e poi congela Manhattan (in una apocalisse crepuscolare piuttosto ben riuscita). Ma, insomma, quegli iettatori di ecologisti ce lo avevano pur detto da tempo che era meglio darsi una regolata. Non è che Rolando Emmerich rinunci tutto di un colpo agli schemini e le approssimazioni drammatiche e sentimentali del caso: ma i suoi effetti digitali sono dosati con saggezza strumentale, brividi, lacrime e scossoni di timpani e grancasse dalla colonna sonora sono tenuti a bada con ragionevole dimestichezza. Certo, quel vicepresidente sordo ad ogni appello che assomiglia tanto ai Cheaney e Rumsfeld finirà per diventare un saggio responsabile della rinascita USA; ma, nel frattempo, gli americani saranno stati costretti ad emigrare di straforo in un Messico più tiepido attraversando il Rio Grande con le valigie sulla schiena, i venti sempre più gelidi dal Canada avranno ghiacciato per sempre la bandiera a stelle e strisce sopra una Casa Bianca ridotta peggio di una dacia del dottor Divago. E in sala lo scrocchio dei popcorn si sarà zittito nel dubbio che gli ambientalisti ci abbiano per una volta azzeccato. Non sarà tutto, ma per i trucchi alla Matrix è già qualcosa.
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